– SEI UN EDUCATORE O UN INSEGNANTE? LAVORI NEL MONDO DELL’ISTRUZIONE? TI OCCUPI DI METODOLOGIE EDUCATIVE? HAI DIFFICOLTÀ A RAPPORTARTI COME GENITORE O INSEGNANTE CON LA NUOVA REALTÀ SCOLASTICA E LE SUE NORMATIVE IN CONTINUA EVOLUZIONE?
– TI INTERESSA TENERTI INFORMATO E POTERTI CONFRONTARE CON PROGETTI EDUCATIVI RIGUARDANTI ALUNNI CON DISABILITÀ IN SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO?
– ALLA LIBRERIA L’INCONTRO È POSSIBILE TROVARE MATERIALI DIDATTICI AD HOC PER ESIGENZE EDUCAZIONALI SPECIFICHE. —>
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Alla Libreria L’Incontro è disponibile materiale didattico sempre aggiornato che promuova la conoscenza di nuovi approcci d’insegnamento agli allievi con disabilità e favorisca l’orientamento dell’alunno nell’uso di questi validissimi supporti.
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In particolare citiamo i libri ad alta leggibilità (CAA) che adottano particolari caratteristiche finalizzate ad una più agevole esperienza di lettura, eliminando barriere tipografiche che incidono su una lettura produttiva e sull’assimilazione e la rielaborazione dei relativi contenuti. Da ultime ricerche di settore sembra che Arial, Lucida e Verdana (font Sans Serif, detti anche bastoni per il loro design lineare e pulito) risultino tra i font più leggibili grazie alla spaziatura e alla grafica più grande, decisa e giovane.
PER SAPERNE DI PIU’…
– L’AIUTO DEI QUADERNI OPERATIVI NELLA SCUOLA PRIMARIA:
La didattica scolastica é composta da molte fasi e molte attività di tipo differente. La tendenza, negli ultimi anni, è cercare di strutturare, progettare e proporre una didattica di tipo laboratoriale, in cui molte attività sono concrete. La didattica si compone anche di momenti di conversazione, momenti interattivi in cui l’insegnante stimola e guida i bambini e i ragazzi verso l’espressione orale di idee, ipotesi, contenuti.
Ma per consolidare davvero ciò che si è appreso, è necessario e fondamentale mettere in pratica e “operare” con le conoscenze acquisite: per questo è importante consultare ed acquistare quaderni operativi per la primaria appropriati e ricchi.
Un quaderno operativo è un contenitore di esercizi relativi a una disciplina di studio (italiano, matematica, storia, scienze, geografia…), che può essere usato a casa o a scuola per rinforzare e consolidare i contenuti appresi a scuola.
– SCRIVERE CI RENDE PERSONE MIGLIORI:
Una buona competenza nella scrittura, quindi, è funzionale a molti aspetti non solo scolastici ma della vita in generale.
Innanzitutto, saper scrivere bene è un requisito ricercato per molte professioni. Esercitarsi nella scrittura contribuisce ad affinare la capacità di astrarre e pensare, fissa il nostro pensiero in modo tangibile e concreto, ci permette di esprimere noi stessi e persino comprendere meglio ed empatizzare con gli altri.
Le terapie pedagogiche in molte terapie usano attualmente la scrittura per ‘esternalizzare’ tutte quelle emozioni che rischiano di esplodere o implodere.
La scrittura, a questo punto, diventa un mezzo efficace di dialogo interiore in cui il soggetto sperimenta, conosce e cerca di comprendere le proprie emozioni.
Scrivere, in primo luogo, è liberatorio, a qualsiasi età. Così liberatorio che permette di distaccarci momentaneamente da quelle emozioni che rischiano di sopraffarci inevitabilmente. Inoltre, scrivere ci permette di prendere del tempo per noi stessi, un raro momento di solitudine in cui non ci sentiamo giudicati da nessuno, né criticati per ciò che esprimiamo. Il dolore è un esempio di emozione difficile da gestire. Così come la rabbia.
Esiste persino una corrente psicologica il cui esponente James Pennebaker utilizza la scrittura come pratica autobiografica volta alla ricostruzione personale dopo traumi, eventi dolorosi e momenti di particolare difficoltà.
Attraverso la scrittura si dà senso alle proprie esperienze, ma scriverle non basta: occorre rielaborarle, cercare collegamenti tra di esse, trovare sempre nuove parole per esprimersi.
– SCRITTURA COME STRUMENTO DI PREVENZIONE DEI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO:
Viviamo in un mondo liquido e veloce dove sembra che il fermarsi a scrivere, bene, sia una perdita di tempo, dove la scuola e l’educazione corrono a mille riempiendo i nostri ragazzi di progetti, attività, concetti sempre più complessi e sempre prima, dove la tecnologia pare la sostituta eletta perfetta ad impattare qualsiasi difficoltà.
La scrittura é un grande strumento per crescere in modo libero e consapevole: ecco perché gli insegnanti della primaria e delle secondarie lavorano verso un necessario recupero del gesto grafico corretti.
Le mani, come ci insegnano le antichi abitudini ataviche, sono il nostro primissimo strumento di apprendimento e costituiscono prerequisito necessario alla formazione del gesto grafico poiché sono connesse a tutti gli apprendimenti di livello superiore.
Queste capacità, se potenziate e sviluppate nei modi e nelle tempistiche corrette, possono prevenire eventuali difficoltà future, come i DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO.
La PREVENZIONE diventa così uno strumento di facilitazione utile a limitare gli effetti di un eventuale DSA: ogni miglioramento si trasforma nel corso del tempo in qualcosa di positivo per il bambino stesso, anche se non rientra sempre nello standard stabilito dai criteri di diagnosi esistenti.
Quando c’è comunque un miglioramento evidente, si innesca un circolo virtuoso utile durante la scuola dell’infanzia e primaria quando la prevenzione della disgrafia ha alte possibilità di essere trattata con esiti positivi.
Con il crescere dell’età, invece, le possibilità di successo diminuiscono, anche perché gli esperti devono fare i conti con una personalità più strutturata e il subentrare dei nuovi mezzi tecnologici di scrittura all’autostima del bambino.
– DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA):
- DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (LEGGE 170/201 li distingue in dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia):
Rappresentano serie di problematiche in processi di base dell’apprendimento che tendono a compromettere il successo scolastico e l’esperienza scolastica dei bambini.
I disturbi specifici dell’apprendimento non sono legati a caratteristiche fisiche e mentali sotto la norma. Chi presenta un DSA infatti ha un intelligenza nella media, mostra però difficoltà specifiche in una (o più) delle funzioni di lettura, scrittura e calcolo.
Per questo i disturbi specifici dell’apprendimento vengono distinti in base alle funzioni che sono alterate. Abbiamo quindi:
- dislessia (caratterizzata da problemi di lettura. L’allievo ha difficoltà a trasformare i pensieri in parole, ha difficoltà a concludere una frase, balbetta in situazione che recepisce di stress; lascia incompleto il discorso; pronuncia in modo sbagliato le parole lunghe o cambia l’ordine frasi, parole e sillabe nel discorso.
- disgrafia e disortografia (Il termine disgrafia si riferisce a un disturbo legato alla scrittura riguardante la dimensione delle lettere, la distanza tra lettere e l’ortografia. Le persone affette da questo disturbo mostrano capacità di scrittura inferiori alla media in relazione all’età, al QI e al livello di istruzione. Il disturbo specifico di scrittura si definisce disgrafia o disortografia, a seconda che interessi rispettivamente la grafia o l’ortografia. La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione. Essa si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura. La disgrafia è una condizione che causa problemi con l’espressione della scrittura non legati alla pigrizia, ma inerenti alle capacità di apprendimento. Molti bambini con disgrafia, non riescono a scrivere correttamente una parola su una riga e la grandezza delle lettere è variabile, al punto da far apparire la scrittura disordinata. Inoltre, faticano a riportare per iscritto quanto pensano o ricordano. La disortografia riguarda invece l’utilizzo, in fase di scrittura, del codice linguistico in quanto tale ed è all’origine di una minore correttezza del testo scritto. Entrambe, naturalmente, sono definite in rapporto alle prestazioni attese per l’età anagrafica dell’alunno.
- discalculia (difficoltà col concetto di numero, di memorizzazione di fatti aritmetici, calcolo non accurato e fluente e difficoltà nel ragionamento matematico corretto).
- La diagnosi di dislessia, disortografia e disgrafia può essere fatta alla fine della secondo anno della Primaria, mentre quella di discalculia alla fine del terzo anno.
La diagnosi di DSA può essere rilasciata, oltre che dalle Unità di Neuropsichiatria Infantile delle ASL o degli ospedali, da équipe private di specialisti accreditate dall’ASL. Tuttavia vi sono particolari ordinamenti regionali, da consultare in base alla propria regione di appartenenza. Vi sono regioni, infatti, che accettano come valide anche diagnosi effettuate privatamente oppure altre che accettano diagnosi private solo se emesse da centri accreditati dalle ASL.
La diagnosi deve essere comunicata a scuola, mediante la relazione rilasciata dagli esperti. In base a quanto emerso dalla valutazione, la scuola dovrà produrre un documento chiamato Piano Didattico Personalizzato (PDP), in cui indicherà gli strumenti compensativi e dispensativi che dovrà adoperare per personalizzare la didattica più efficiente in base alle specifiche modalità di apprendimento del bambino.
La diagnosi rappresenta un passo di grande importanza per il bambino. Egli, infatti, comprende che le sue difficoltà non derivano da una sua mancanza di intelligenza, bensì da una particolare conformazione del suo sistema neuro-cerebrale. Il conseguimento della diagnosi, però, deve coinvolgere attivamente tutti gli adulti di riferimento, per accompagnare, supportare e sostenere il bambino.
In caso di alunni con DSA, è importante che l’insegnante:
-non colpevolizzi il bambino rispetto al suo problema;
-non si avvalga di aspettative negative relativamente al raggiungimento di risultati positivi;
-non lo rimproveri continuamente rispetto ai tempi lunghi che necessita per la comprensione o lo svolgimento dei compiti o per i continui errori commessi;
-non lo rimproveri per lo scarso raggiungimento degli obiettivi che i suoi coetanei sembrano ottenere con pochi sforzi.
-BES (BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI):
Sono gli studenti che hanno necessità di attenzione speciale nel corso del loro percorso scolastico per motivi diversi a volte certificati da una diagnosi ufficiale di tipo medico, bisogni permanenti o superabili grazie a interventi mirati e specifici.
Un BES può derivare da: differenze culturali e linguistiche; uno svantaggio di natura sociale e/o culturale; un disturbo specifico di apprendimento o evolutivo; una disabilità fisica e/o mentale.
Tre sono le categorie di alunni con BES identificate dal Miur:
-alunni con disabilità, per il riconoscimento dei quali è richiesta la presentazione di un’apposita certificazione;
-alunni con deficit di linguaggio, deficit non verbali, deficit motorio, deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
-alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico.
In questi casi sono gli stessi insegnanti ad identificare, sulla base di analisi didattiche e pedagogiche, eventuali bisogni educativi speciali.
– UN DISTURBO IN AUMENTO: ADHD
Diverso é il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD), un disturbo neuroevolutivo. Sebbene i bambini con ADHD spesso si comportino in modo iperattivo e impulsivo, l’ADHD non è un disturbo comportamentale.
Il 20-60% circa dei bambini con ADHD presenta disturbi dell’apprendimento che interessano la lettura, la matematica o la lingua scritta, e la maggior parte ha problemi scolastici come scarso rendimento dovuto a disorganizzazione o mancato svolgimento dei compiti a casa (capacità esecutive).
Il lavoro può essere disordinato, con errori superficiali e un’assenza di pensiero meditato. I bambini affetti hanno spesso la mente altrove e non ascoltano. Spesso non ascoltano le richieste e non fanno i compiti, le faccende né portano a termine altri incarichi.
Ci possono essere frequenti passaggi tra un’attività incompleta e l’altra uniti a problemi di autostima, depressione, ansia o di insofferenza all’autorità, una volta raggiunta l’adolescenza.
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